Antonio Torro
Nato nel febbraio del 1944 dimostra una spiccata attitudine alla matematica, alla fisica ed alla meccanica. Tra i giochi preferiti da subito c’è il meccanico (a quattro anni stringe il suo primo bullone). Dopo aver terrorizzato parenti e coinquilini che ormai venivano a trovarlo solo muniti di scudi ed armature per difendersi dall’arrivo di frecce innescate anche da trappole meccaniche. A dieci anni (+ o –) stanco di dedicarsi alla costruzione di archi, balestre e cannoni a vapore a carburo sente prorompente nascere la passione per tutto ciò che vola, per gli aeroplani, palloni aerostatici, razzi, missili e per l’astronomia. Insieme ad appassionati amici di scuola, con cui condivide le medesime passioni, si dedica dai 10 anni ai 13 (scuole medie) a sperimentare nuove camere di combustione per missili autocostruiti. E’ il periodo più florido per le farmacie che vedono il diagramma delle vendite schizzare letteralmente verso l’alto a causa della imponente richiesta di clorato di potassio, perclorato , zolfo e zinco(tra i più usati composti chimici utilizzati come propellenti per razzi del momento). Durante questa fase sperimentale effettuata rigorosamente nelle proprie dimore, alla ricerca dei migliori combustibili e comburenti, si era provveduto a fornire ai componenti delle proprie famiglie delle maschere ad ossigeno, per l’ingresso nell’abitazione , mentre erano in corso le ricerche per i nuovi propellenti. Si arriva al lancio di un missile di mt. 1,60 che raggiunge la quota di 700 mt. Ma che provoca l’intervento (per la seconda volta, la prima era stata causata dall’esplosione di una camera di combustione che si stava sperimentando sul terrazzo di uno stabile ) di vigili del fuoco e dei carabinieri. Risultato… Recidivo. Inevitabile la decisione dello scioglimento del gruppo di ricerca e, su consiglio dei propri genitori, la rinuncia alla conquista dello spazio.
La decisione di interrompere la corsa allo spazio non impedisce però di dedicarsi alla conquista dei cieli, evento che si verifica dopo l’ennesimo deludente tentativo di conquistare gli abissi marini con la progettazione e costruzione di un sottomarino. Inizia l’era delle macchine volanti. Nella sua camera spicca una gigantografia di Leonardo, un suo carissimo amico, di cui ammira i lavori in campo medico – aerospaziale ed artistico.
Dopo alterne vicende, dopo l’esperienza con alcune scatole di montaggio (si fa per dire, non erano certo delle ARF), giunge il tanto agognato momento…”Si sente pronto alla ideazione, progettazione e costruzione del suo primo aereo per il volo vincolato “. Dal vincolato al radiocomando il passo non risulta eccessivamente lungo e l’esperienza maturata nella costruzione gli facilitano il salto di qualità. Le mie macchine si librano già nell’aere, caro amico Leonardo a che punto sono i tuoi esperimenti ? Gli scrive.
Dai motori a combustione interna ai motori elettrici, dal balsa al polistirene ed al depron dall’acciaio al carbonio dalle leghe ai compositi.
Ormai quasi settantenne continua la progettazione e la costruzione di nuove macchine volanti ( no, gli scafi non sono macchie volanti…..eppure quell’aliscafo costruito circa un ventennio fa sembrava quasi volare. E nemmeno le barche a vela possono propriamente definirsi delle macchine volanti…ma quella ”Luna Rossa“ di mt. 1,20 (costruzione di circa quindici anni fa) quelli che hanno assistito ad una sua performance dicevano “guarda….quella barca pare volare sull’acqua”. Però anche gli aerei possono navigare….,si vabbé è più esatto dire flottare, ma non facciamo troppo i precisini, è sufficiente fargli indossare degli scarponi….o no?
Bene…devo correre a lavarmi le mani prima che la ciano per depron faccia presa sulle dita….!
Antonio Torro